La regola di ogni settembre prevede che i due, insieme, ricomincino a litigare: sport e scuola.
La libertà della passione e del gioco contro la costrizione e l’impegno dello studio. Come se questi fratelli ribelli non possano condividere la stessa stanza, sempre ad azzuffarsi l’uno contro l’altro, per far vedere chi ha la meglio. Una regola che ogni settembre guida l’inizio dell’anno scolastico.
Ma ogni regola, si sa, ha la sua eccezione, e oggi si chiama Matteo Pessina. Calciatore del Monza e della Nazionale Italiana, ci offre uno dei suoi assist più preziosi: «Ragazzi, se avete delle passioni portatele avanti ma non tralasciate lo studio, perché vi apre la mente».
Ecco allora alcuni consigli per ricominciare a dare il meglio di sé anche sui banchi di scuola.
Dopo 24 anni l’Italia di pallavolo torna sul tetto del mondo.
Yuri Romanò è uno dei protagonisti.
Ha più presenze in Nazionale che nel Campionato italiano, titolare nella prima e riserva nella Superlega: «la mia carriera mi ha dimostrato che le cose, se lavori bene e cerchi di guadagnartele, alla fine arrivano». Occorre molto allenamento e impegno, anche nello studio.
Non c’è altra via: serve fatica. Non cadiamo nell’errore di credere che i compiti siano solo una tortura, piuttosto la via per raggiungere i risultati.
Le medaglie si vincono in allenamento per poi ritirarle in finale. Mauro Berruto, ex CT dell’Italvolley, rivolgendosi al capitano Simone Giannelli, premiato come miglior giocatore del Mondiale, ha usato queste parole: «Questo ragazzo è il palleggiatore più forte del pianeta perché quando parla usa sempre il noi».
È la squadra che vince perché ogni giocatore è disposto a dare qualcosa in più per il compagno in difficoltà e a gioire per ogni suo punto.
Anche in classe capita che qualcuno resti indietro e vale la pena aspettarlo. Non è l’invidia che crea l’amicizia ma l’orgoglio di camminare insieme.
A bordo campo, per i genitori tifosi, i loro ragazzi hanno sempre ragione e gli allenatori o l’arbitro sempre torto.
Così capita che un brutto voto sia sempre considerato un errore dei prof. e una nota sul diario un’invenzione della maestra.
Vale la pena dare fiducia al loro sguardo più obiettivo perché non filtrato dall’affetto o dalla protezione.
Giorgio Rondelli, allenatore di molti campioni olimpici, ricorda che ogni sconfitta va sempre metabolizzata e analizzata a fondo, rettificando un vecchio luogo comune: «nello sport bisogna imparare dal perdere».
Un brutto voto, un compito andato male, così come una sconfitta, non è mai un fallimento ma un’indicazione utile per migliorare e crescere, per capire come studiare e dove siamo più deboli.
Spesso la vittoria o un buon voto insegnano molto meno.
Chiudiamo con l’augurio di Roger Federer che, dopo aver vinto ben 20 slam, ammette: «La cosa in cui credo davvero è provare a non sprecare il proprio talento.
Dando il massimo e non lasciando nessun rimpianto sulla tua strada, potendo essere così sempre orgoglioso di ciò che hai ottenuto».
La vera vittoria è la consapevolezza di aver sfruttato ogni occasione di questo anno scolastico e sportivo per ritrovarsi diversi e migliori di quando abbiamo cominciato.
don Alessio Albertini
assistente ecclesiastico nazionale CSI
da STADIUM 3/2022